Energia dalla natura con la legna, rinnovabile e “carbon neutral”
Durante il loro ciclo di vita gli alberi di una foresta assorbono grandi quantità di anidride carbonica (CO2), che rimane immagazzinata nel legno sotto forma di carbonio, e liberano ossigeno in atmosfera.
Per effetto di questo processo, detto fotosintesi, in un metro cubo di legno rimane imprigionata una tonnellata di CO2. Questa quantità di CO2 viene sottratta all'atmosfera fino a quando il legno marcisce o viene bruciato, tornando poi nell’atmosfera.
Per effetto di questo processo, detto fotosintesi, in un metro cubo di legno rimane imprigionata una tonnellata di CO2. Questa quantità di CO2 viene sottratta all'atmosfera fino a quando il legno marcisce o viene bruciato, tornando poi nell’atmosfera.
Combustione "carbon neutral"
La combustione del legno può essere considerata "carbon neutral", poiché l'anidride carbonica rilasciata in fase di combustione è pari a quella fissata dalla pianta, durante la crescita, mediante il processo di fotosintesi. In questo modo il ciclo del carbonio si chiude senza emissioni aggiuntive di gas serra in atmosfera.
La differenza tra la CO2 di origine vegetale (biomassa) e quella di origine minerale (fossile) risiede nella sua rinnovabilità. Il carattere di rinnovabilità proprio della biomassa vegetale è dovuto al breve sfasamento temporale tra la sua fissazione vegetale sotto forma di carbonio e il suo rilascio in atmosfera. Al contrario, l'anidride carbonica contenuta nei combustibili fossili e immessa oggi in atmosfera, è stata fissata alcuni milioni di anni fa da piante che non possono più compensarne il rilascio con la fotosintesi.
Naturalmente il bilancio ambientale non tiene conto della CO2 di origine fossile prodotta dalla filiera dei combustibili fossili. Le fasi di estrazione, trasformazione e trasporto richiedono infatti un certo dispendio energetico (la cosiddetta energia "grigia") con conseguenti emissioni di gas serra in atmosfera. Anche per questa ragione sono da preferire le filiere corte e le produzioni locali, che coinvolgono manodopera del posto, come avviene per la biomassa.
La differenza tra la CO2 di origine vegetale (biomassa) e quella di origine minerale (fossile) risiede nella sua rinnovabilità. Il carattere di rinnovabilità proprio della biomassa vegetale è dovuto al breve sfasamento temporale tra la sua fissazione vegetale sotto forma di carbonio e il suo rilascio in atmosfera. Al contrario, l'anidride carbonica contenuta nei combustibili fossili e immessa oggi in atmosfera, è stata fissata alcuni milioni di anni fa da piante che non possono più compensarne il rilascio con la fotosintesi.
Naturalmente il bilancio ambientale non tiene conto della CO2 di origine fossile prodotta dalla filiera dei combustibili fossili. Le fasi di estrazione, trasformazione e trasporto richiedono infatti un certo dispendio energetico (la cosiddetta energia "grigia") con conseguenti emissioni di gas serra in atmosfera. Anche per questa ragione sono da preferire le filiere corte e le produzioni locali, che coinvolgono manodopera del posto, come avviene per la biomassa.
Le buone pratiche per riscaldarsi rispettando l’ambiente
Se per riscaldare la tua casa utilizzi un sistema a biomassa ci sono alcune buone pratiche che puoi mettere in atto per rispettare l’ambiente:
- Affidati a produttori e distributori certificati che garantiscono la riduzione degli impatti sull’ambiente tramite gestione sostenibile delle foreste, filiera corta per ridurre gli impatti dovuti a trasporto e stoccaggio della legna, riduzione degli scarti e residui da potature.
- Utilizza legno adatto, con la giusta umidità
- Usa generatori di calore moderni e con tecnologie avanzate
- Rivolgiti a tecnici abilitati per installare l’impianto e fare la manutenzione annuale
- Adotta buone pratiche di combustione, come l'accensione del fuoco dall’alto